Intervento di Alfio Bassotti al convegno sul tema:La Regione Marche tra difficoltà e speranze. 12 dicembre 2010 – Loreto – Sala Macchi

gennaio 3rd, 2011

Intervento di Alfio Bassotti al convegno sul tema:

 

La Regione Marche tra difficoltà e speranze

 

12 dicembre 2010 – Loreto – Sala Macchi

 

Se volessi fare un commento rapido e qualunquista sulla salute politica amministrativa della regione Marche potrei tranquillamente affermare che il dato veramente negativo è il registrare un ritardo che sta divenendo letale per lo sviluppo economico della comunità regionale nel settore delle infrastrutture stradali, ferroviarie , marittime, interportuali. Ritardi e disfunzioni che si assommano anche alle infrastrutture telematiche ed informatiche ed all’assenza di servizi di terzo livello:

So benissimo, però, che un tale sbrigativo giudizio, ancorché suffragato dalla realtà, sarebbe ingeneroso nei confronti dell’amministrazione Spacca perché essa è rimasta appiedata da 10 anni di non governo della giunta D’Ambrosio che non ho difficoltà a definire come la più grande iattura piovuta sulla nostra regione: regione che per la verità di disgrazie ne ha dovuto a iosa: basti solo pensare alle tante calamità per terremoti, frane ed alluvioni. Ma nessuna di queste catastrofi, credetemi amici miei, ha mai raggiunto lo sfacelo ed lo sconquasso creato dai dieci anni di attività di non governo del governatore D’Ambrosio.

Ed al governatore Gian Mario Spacca, mio buon amico checché se ne pensi , che sta da un quinquennio disperatamente cercando di rimettere in rotta una barca che rischia, ogni giorno, di affondare, rimprovero semplicemente il peccato mortale di aver subito, probabilmente per evitare scontri politici o semplicemente per ignavia, il non governo di D’Ambrosio: un governo che ha omesso totalmente di operare in favore dello sviluppo della Marche e che ha ignorato , in particolare, i settori della ricerca e dell’innovazione.

A lui auguro di poter far recuperare alla comunità il pesante ritardo accumulato in quei anni riavviando e rafforzando una fase di sviluppo tale da restituire fiducia e speranza ai nostri concittadini.

Certo, per fare ciò occorre cambiare drasticamente la rotta ritornando a fare programmazione ( si ricorda ancora qualcuno che le regioni vennero istituite per fare programmazione e legislazione e non amministrazione attiva ?! ) e con ciò fissare le priorità rispetto alle magre risorse disponibili spazzando via ogni orpello: via, perciò la convegnistica di facciata, le convenzioni formali, gli incarichi pletorici così costosi quanto improduttivi, i carrozzoni rappresentati dagli enti e società che producono solo spese e che servono al massimo per accontentare qualche amico politico sulla base del detto “ tengo famiglia”: insomma sbarazzarsi di tutto ciò che premia soltanto l’apparire ed e promuovere ed esaltare, invece, il fare.

Non vi sono alternative a questo metodo se, sul serio, si vuole premiare il coraggio delle imprese che fanno innovazione e riconversione, se si vuole dare una opportunità ai tanti giovani meritevoli e volenterosi che attualmente, per trovare una occasione di lavoro corrispondente alle loro capacità e preparazione, in larga parte se ne debbono andare dalle Marche per approdare a Roma, a Milano, in Europa, negli Stati Uniti o nel mondo.

Mi si potrebbe dire ma di che cosa ti meravigli ? : i giovani oggi sono cittadini del mondo. E’ vero!

Credo, però, che sia anche giusto permettere loro di sviluppare una propria personalità, di costruire un loro futuro, di dare dimostrazione delle loro capacità, della loro preparazione, della loro tenacia offrendo loro l’opportunità di farlo anche nella propria terra ove affondano le radici dei loro affetti, dei loro valori, dei loro interessi, insomma, per dirlo in breve, del loro vivere.

Ai miei amici dell’opposizione auguro, invece, di essere più coscienti del loro ruolo di costante controllo critico, di stimolo ad operare, di elaborazione di valide ed innovative proposte operativi.

Insomma, una opposizione moderna perché costruttiva: una opposizione cioè che abbandoni un certo qualunquismo di facciata astioso ed inutile in quanto meramente finalizzato ad una agnostica e sterile azione di contrasto.

L’opposizione a cui io invece credo è quella che sottolinea senza sconti gli errori ma che, nel contempo, è capace di suggerire e di proporre; una opposizione talmente obbiettiva da essere in grado di manifestare il proprio assenso quando le proposte in discussione vanno nella direzione del bene comune .

Detto questo: cari amici non nascondo che, trovandoci oggettivamente in mezzo a tanta confusione è improcrastinabile fare un nobile sforzo per leggere ed approfondire il presente. Dobbiamo necessariamente farlo se vogliamo tentare di interpretare le ragioni del cambiamento in atto. E sono proprio le motivazioni dettate dal presente e la loro proiezione nel futuro che ci hanno portato due mesi fa, in quel di Iesi, ad annunciare la creazione di un nuovo movimento politico denominato Libertà e Autonomia “ NOI CENTRO”.

Non si tratta di creare nuova confusione (c’è ne già tanta !) ma semplicemente di ricoprire, interpretandolo, uno spazio creatosi a livello degli enti locali dettato dalle loro esigenze e della loro nuove funzioni, per poi far confluire tale rappresentanza in modo federativo e piramidale all’interno delle componenti politiche nazionali ed europee.

State tranquilli: non è oggi qui la sede per analizzare, come abbiamo fatto in quel di Jesi, tutte motivazioni che ci hanno sollecitato a dare vita a questa iniziativa politica ma semplicemente riassumerne qualcuna :

La prima: attiene alla diaspora che ha visto l’impegno dei cattolici diluirsi nelle formazioni politiche oggi in campo: il che rende oggettivamente quasi ininfluente la loro difesa dei valori definiti non negoziabili dalla congregazione della fede; cosicché la sola strada oggi praticabile, oserei dire obbligata è quella di realizzare un lento e progressivi processo federativo capace di ricondurre ad unità operativa le varie esperienze attualmente diluite nel panorama politico del paese .

Il disegno non riguarda però semplicemente i cattolici:  esso deve coinvolgere con pari dignità tutti liberal democratici, tutti i moderati progressisti, tutti coloro cioè, che sentono in modo profondo e irrinunciabile l’esigenza di concorrere a far fare un salto di qualità alla politica: una politica, al servizio della gente, una politica che torni a porre al centro di tutto il suo operare la difesa intransigente dell’uomo per garantirgli una crescita degli spazi di libertà promuovendo ogni possibile processo di partecipazione, di pluralismo, di solidarietà che soli possono rendere il cittadino vero protagonista del proprio destino.

La seconda ragione scaturisce dal fatto essere, il nostro paese così articolato e variegato in quanto sommatoria e sintesi di tante realtà regionali così diverse e atipiche.

Questa diversità, ho sempre sostenuto, non può alimentare alcuna diffidenza  poiché essa rappresenta nella nostra società civile un forte valore aggiunto: e di questo ormai si è preso talmente coscienza che appare inevitabile la trasformazione del  Senato della Repubblica nella Camera o Senato delle regioni che dir si voglia.

E chi, allora, potrà legittimamente aspirare degnamente di rappresentare speranze ed aspettative della propria gente se non una forza politica che si ispiri ai valori del territorio coniugandoli con quelli più generali della sussidiarietà, della partecipazione , del pluralismo?

La terza ragione scaturisce dalla esigenza di ravvivare la partecipazione democratica provocando e suscitando l’interesse nella politica in coloro che oggi hanno dato vita al più grande partito nazionale che conta, ormai, più di un terzo del corpo elettorale: parlo, cari amici, del partito degli astensionisti, di quelli che non si recano più alle urne!

La quarta, ed ultima motivazione, mi viene suggerita dal dover prendere atto che con la caduta del muro di Berlino, e cioè con la sconfitta storica del comunismo, sono venute meno le relative ideologie che stavano alla base dell’operare dei partiti marxisti con la logica conseguenza che i valori su cui i cattolici, i liberal democratici, i moderati progressisti hanno da sempre fondato la loro azione, piano piano sono diventati patrimonio di tutti i partiti.

Che ciò sia vero è dimostrato dal fatto che oggi tutti si dichiarano fautori della libertà, della partecipazione, del pluralismo, della solidarietà: cosicché verrebbe da sperare che sul serio questi valori ormai siano patrimonio dell’intera collettività nazionale (Anche se, onestamente a me viene il dubbio, vedendo il modo di operare a sinistra, che il centralismo democratico, l’economia di stato, siano duri a morire: per non parlare poi dell’abisso tra noi e loro sulla concezione della difesa della vita e della famiglia: Concetti, quelli della sinistra, non solo opinabili ma pericolose e comunque, per i cattolici, inconciliabili).

Ebbene, questo attestarsi, almeno formalmente, di tutti sui valori che abbiamo più volte richiamato, rende necessario e improcrastinabile trovare nuove ragioni caratterizzanti l’impegno politico.

Sarebbe sufficiente in proposito guardare al proliferare delle liste civiche ed al loro successo nelle elezioni comunali, provinciali e regionali per capire che, fermi i principi a difesa della persona umana, il valore aggiunto in politica è oggi dato dalla capacità di rappresentare i sentimenti e le aspirazioni delle comunità locali.

Da qui quindi amici l’urgenza di idonee iniziative come quella da noi messa in campo con la creazione di un movimento politico denominato Libertà e Autonomia “ NOI CENTRO”.

 Un movimento autonomo e federato, localistico e nazionale, che vuol proporsi come naturale approdo, ai vari livelli istituzionali, per tutti coloro che, o stanchi del qualunquismo che pervade sia la destra che la sinistra, o profondamente delusi dalla realtà, o avviliti dalla decadenza crescente della nobiltà della politica, hanno da tempo disertato il voto ed oggi, ancor più esasperati, rischiano di approdare in massa al pragmatismo della lega o, o peggio ancora, di rifugiarsi nel rozzo qualunquismo di Antonio Di Pietro.

D’altronde, se in questa terra Marchigiana dobbiamo registrare, come già evidenziato, una scarsa attenzione ai problemi dello sviluppo. come la ricerca, l’innovazione e l’internazionalizzazione, se dobbiamo prendere atto del pauroso ritardo nell’ammodernamento delle nostre infrastrutture; se non possiamo più sottacere la mancanza di un serio metodo di programmazione che allochi le risorse umane e finanziarie disponibili, sempre del tutto insufficienti rispetto alle necessità, distribuendole in base ad oggettivi criteri di priorità, è evidente essere urgente la esigenza di assumere iniziative come quella che oggi viene qui riproposta con fermezza anche se immagino, viene vista con legittima diffidenza perché rischia di rimuovere la ultra consolidata stagnazione politica.

Certo, battere questa diffidenza, spesso alimentata ad arte, significa finalmente stroncare quel centralismo istituzionale, così cerbero e soffocante, praticato a tutti i livelli, in particolare dalla sinistra italiana, che è l’esatto opposto di quel sempre auspicato processo partecipativo che deve avvicinare il cittadino allo stato per farne un consapevole protagonista di tutte le scelte e di tutti i processi socio economici che caratterizzano una comunità.

Ed essendo stato da sempre assertore convinto di ciò, mi permetto anche di affermare che la partecipazione significa libertà e dignità: e che proprio per realizzarla che Don Sturzo e tanti di noi hanno trovato la spinta e la forza di impegnarsi in politica.

A questo punto credo doveroso anche dirvi che questo movimento politico, non è il figlio di nessuno poiché esso ha un riferimento nazionale nella persona dell’on.le Vincenzo Scotti, ex Ministro del lavoro e degli Interni ed attuale sottosegretario al ministero degli esteri. Questo saggio ed autorevole amico che ha dato vita al movimento politico “ Libertà e Autonomia NOI SUD “, vede, infatti, con grande favore e simpatia anche una iniziativa per creare un analogo movimento che faccia da riferimento a tutte le problematiche  regionaliste dell’Italia centrale

 Il progetto nasce, quindi, sulla base dei principi che vi sono stati illustrati, per contrastare la deriva elettorale sulla Lega e sul suo qualunquismo, o sul pragmatismo e volgare isterismo di Di Pietro, per poter fornire uno sbocco alle liste civiche,  per recuperare il consenso di parte di quel 38% di astensionisti.

Nessuna conflittualità quindi con il centro destra né con il mondo cattolico, ma una opportunità di impegno per tutti coloro che non si ritrovano più a condividere stili organizzativi o posizioni isteriche e altalenanti della galassia politica italiana.

D’altronde il collegamento con il movimento Noi SUD di Vincenzo Scotti a cui saremo uniti da un patto federativo ed il successivo collegamento con Libertà e Autonomia Noi Nord, che sta prendendo vita nel nord Italia iniziando dal Veneto, darà nerbo ed autorevolezza alla nostra iniziativa che sarà nel contempo regionale, interregionale, nazionale ed europea ove farà riferimento al PPE: il Partito Popolare Europeo

 Un movimento che sul piano regionale, provinciale e comunale avrà assoluta autonomia organizzativa e decisionale, senza alcuna interferenza circa le alleanze e le candidature. E l’assoluta autonomia per le candidature riguarda anche il livello nazionale.

 Una struttura agile, distribuita e presente sul tutto il territorio, che torni ad un impegno di testimonianza politica basata essenzialmente sull’entusiasmo e sul volontariato, capace di intercettare i bisogni ed i sentimenti della gente ed in grado di tramutare le istanze in proposte e progetti politici.

 Ho anche detto nell’incontro di Iesi che vi sarà anche chi si chiederà quali siano i nomi dei responsabili sul territorio di questo movimento: è questa una preoccupazione del tutti inesistente, cari amici, perché la fase organizzativa, che a livello regionale sarà semplicemente coordinata dai responsabili dell’associazione, sarà invece curata da chi sul territorio, nelle varie province, si incaricherà di essere punto di riferimento e lavorerà alla sua ramificazione ed organizzazione: tutti possono aderire e , tanto per essere chiari, non vi saranno veti verso nessuno.

Non sarà un movimento di iscritti e di tessere: esso sarà semplicemente un movimento fatto da aderenti che in quanto tali hanno il diritto di compartecipare a tutte le iniziative e alle scelte che dovranno essere assunte. E solo dopo la fase organizzativa si troverà, in una assemblea costituente, il modo di regolamentare con poche normative e in modo snello la sua vita interna.

 Ecco ciò che , in sintesi, desideravo riepilogarvi in ordine alla costituzione del movimento politico Libertà e Autonomia “ NOI CENTRO: un progetto aperto a tutti coloro che desiderano parteciparvi, aperto a tutti quelli coloro che respirano l’ansia palpabile di una pubblica opinione frastornata e allarmata per una società che si ispira a valori virtuali anziché a valori reali.

Partecipare alla vita politica è un dovere dice Papa Benedetto XVI: Egli afferma testualmente che

Tutti si devono sentire impegnati: i soggetti politici, il mondo dell’impresa, le organizzazioni sindacali, gli operatori sociali e  i cittadini  tutti, siano in forma singola od associata, sono chiamati a maturare una forte capacità di partecipazione, di analisi, di lungimiranti proposte.

Battere quindi la sfiducia che si trasforma in rassegnazione, diffidenza, disaffezione e disimpegno, a scapito del legittimo investimento sul futuro.

Per me, ma penso per tutti, si ripete e si rinnova ogni anno lo stupore per la dolcezza che il periodo natalizio diffonde tra la gente: certamente per me, uomo di fede, probabilmente insufficiente, ma di fede, lo stupore è anche più grande perchè il tempo liturgico dell’Avvento rinnova storicamente l’attesa dei credenti per la ricorrenza dell’incontro con l’umanità di Cristo Gesù che ci ha svela con la sua Parola il Padre: il Dio d’amore e di misericordia, alla cui presenza, come è scritto, si piega ogni ginocchio in cielo, in terra e sottoterra .

Ed in questo clima di pace e di serenità, da Loreto, da questo colle benedetto per la presenza di Maria nella sua Santa Casa, ove ogni anno veniamo come pellegrini e mendicanti di amore a chiedere grazie e benedizioni per noi e per i nostri cari, è veramente bello e gratificante poter, anche questo anno, esprimere a voi ad alle vostre famiglie gli auguri più fervidi di ogni bene.

 

 

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.